Benvenuti
all’ultimo numero(!) di
Boom-Boom
(Tabitha Smith): -Ma come, già l’ultimo numero? Ma siamo solamente al quinto! E
per giunta abbiamo appena inaugurato il nuovo logo!
Machine
Man (Aaron Stack): -Ma te non te ne eri andata via? Cosa vuoi ancora?
Spectrum
(Monica Rambeau): -Sono le dure leggi del mercato. Probabilmente non siamo
piaciuti granché.
Tabby:
-Ma il Capitano che fine ha fatto? Dov’è?
Monica:
-Probabilmente è a bere in qualche bar. Poverino. Dobbiamo fare qualcosa.
Dobbiamo recuperare l’Heartstar.
Aaron:
-Possibilmente prima della fine del numero.
N. 5
Il solito gruppo
che dura cinque numeri e non lascia traccia
Aaron
è disteso a letto, visibilmente ed esplicitamente disperato o quantomeno
affranto.
Tabby:
-Non solo il Capitano, adesso è anche lui in uno stato pietoso. Cosa sta
accadendo?
Monica:
-Ci siamo recati al Progetto PEGASUS per fargli dare una “regolatina”.
Tabby:
-Regolatina?
Monica:
-Sì. E’ evidente che quello attuale non è il solito Machine Man e quel posto è
il più adatto per riuscire a capire cosa c’è che non va in lui. Solo andando lì
potevamo sperare di riavere il Machine Man di prima. Più umano, meno odioso.
Aaron:
-Più umano e meno odioso non stanno bene nella stessa frase.
Monica:
-Stai zitto.
Tabby:
-Però mi sembra che Aaron non sia cambiato di una virgola.
Monica:
-Infatti.
Tabby:
-Allora mi par di capire che qualcosa non è andato per il verso giusto.
Aaron
si lamenta sommessamente.
Monica:
-Più di qualcosa. Una volta arrivati là ci siamo imbattuti nel vero Machine
Man.
Tabby:
-Gosh!
Monica:
-Già. Il nostro Machine Man è una copia, un impostore. E il bello è che nemmeno
lui sapeva di esserlo.
Tabby:
-Come può essere successo?
Monica:
-Neppure al Progetto PEGASUS sono riusciti a spiegarselo. Nessuno sa da dove
salta fuori questo Aaron Stack. Ci sono tre possibilità, tutte ugualmente
valide.
Aaron:
-Mi rifiuto di riascoltarle!
Tabby:
-Ok, ho capito, non mi interessa sapere altro. Però non ho capito perché Aaron
non è contento della situazione.
Aaron:
-Adesso spiegami un po’ perché dovrei essere contento. Anzi, no, non lo voglio
sapere.
Tabby:
-Perché non rimetteranno mano su di te. Rimarrai così come sei adesso, non
cambierai. Non sei contento di come sei?
Aaron:
-A dir la verità sì, mi piaccio così.
Tabby:
-Quindi perché sei triste?
Aaron:
-Perché ho scoperto che non sono il vero Aaron Stack! Sei veramente dura di
comprendonio!
Tabby:
-Ok, non sei il vero Aaron Stack. Così ripeto: e quindi? E’ un problema?
Aaron
sta per inveire nuovamente verso la ragazza ma si blocca. Riflette.
Aaron:
-Caspita! Hai ragione! Cosa mi cambia se sono o meno il vero Aaron Stack?
Aaron
comincia a saltellare dalla contentezza e a lui si unisce Tabitha. I due arrivano
persino ad abbracciarsi.
Monica:
-Non credo ai miei occhi. Quei due rischiano di diventare amici.
Aaron:
-Mi sento rinato! Perché mi ero buttato giù così? Sono pronto nuovamente ad
entrare in azione!
Tabby:
-Così si parla! Andiamo a beccare quell’odiosa di Maxine Danger e riprendiamoci
l’Heartstar!
Aaron:
-Già! Niente di più facile! Un momento…
Col **** niente di più facile! Come facciamo a trovarla?
Monica:
-A questo ho già pensato io. Ho chiesto aiuto a Zoe e a Gerry. Quei due insieme
la rintracceranno sicuramente.
Zoe:
-Certo che l’ho rintracciata. Cosa pensavate?
La
scena avviene due giorni dopo la precedente. Zoe Culloden ha raggiunto i tre
nel loro improvvisato quartier generale (una misera stanza presa in affitto forse
a New York ma potrebbe trovarsi pure a Los Angeles).
Zoe:
-Da qui in avanti però dovrete fare da soli, io non posso trattenermi oltre.
Monica:
-Ti ringrazio. Hai già fatto abbastanza.
Zoe:
-Ho fatto anche di più. Ho trovato qualcuno che vuole aiutarvi.
Tra
l’incredulità dei tre, si fa avanti Dirk Anger munito di un grosso fucile.
Dirk:
-Sì, lo so che non mi potete vedere e vorreste farmi a fettine.
Monica:
-Farti a fettine è dire poco.
Dirk:
-Però ho anch’io un conto in sospeso con quella donna. Permettetemi di darvi
una mano.
Tabby:
-Dai, Monica, possiamo anche starci. Un alleato in più può far comodo. Possiamo
sempre farlo a fettine una volta sconfitta Maxine.
Monica:
-Mi hai convinta. Ultimamente Tabitha sei parecchio convincente con le parole.
Tabby:
-Merito dell’ultimo libro che ho letto. Oltre a interessanti segreti sul…
Aaron:
-Un momento! Perché avete già deciso? Non conta nulla quello che ho da dire io?
Monica:
-Parla pure.
Aaron:
-Io sono contrario! Non ce lo voglio Dirk Anger con noi!
Monica:
-Ho capito. Ma siamo due contro uno. Dirk Anger viene con noi.
Aaron:
-Lo sapevo, non conta veramente nulla quello che dico io. Si tratta di puro e
semplice razzismo nei confronti di noi robot.
Tabitha
gli fa la linguaccia e il segno del due a uno.
Aaron:
-Insolente! Stai ferma che ti taglio quella maledetta lingua!
Monica:
-Meno male, le cose sono tornate alla normalità.
Gerry
Lequarre sta mettendo tutte le sue cose nella valigia prima di abbandonare la
stanza.
Zoe:
-Dove vai così di fretta, Gerry?
Gerry:
-Adesso che s’è conclusa questa faida tra voi della Landau, Luckman & Lake
e la Beyond Corporation, posso anche abbandonare questa base provvisoria e
andare altrove per occuparmi d’altro.
-La
faida s’è conclusa già da un po’. Perché hai aspettato fino a oggi per
andartene?
-Sono
sempre stato uno che ama fare le cose con calma…
-No.
Te ne vai solamente oggi perché non era tua intenzione andartene. Almeno fino a
quando non hai sospettato che io avessi scoperto qualcosa sulle tue manovre.
-Non
so di cosa stai parlando.
-Sapevi
che il nostro Machine Man non è il vero Machine Man?
-Questa
notizia mi giunge nuova.
-Invece
lo sapevi e ben prima di me, visto che ci sei tu dietro la creazione del falso
Machine Man.
-Addirittura?
Scusami ma adesso devo proprio andarmene.
-Non
solo. Hai ipnotizzato la fidanzata di Monica Rambeau affinché la lasciasse e
addirittura hai fatto in modo che Monica venisse licenziata dal lavoro!
-Pensi
veramente che io sia capace di compiere azioni così deplorevoli?
Zoe
tace.
-Va
bene, lo ammetto. Tanto cosa cambierà mai? Ho fatto tutto quello che hai detto.
Ma l’ho fatto a fin di bene. Tu hai i tuoi precognitivi e io ho i miei. Senza
il mio intervento non si sarebbero mai formati i Nextwave così come dovevano
essere e avremmo permesso alla Beyond Corporation di fare danni irreversibili.
-Ne
sei convinto?
-Uhm…
Visto che siamo in vena di sincerità, solo al 60%. Ma perché rischiare? Il vero
Machine Man probabilmente avrebbe rifiutato la tua offerta, lo hanno visto i
miei precognitivi. Quindi ho dato vita a un Machine Man che avrebbe sicuramente
accettato. Monica Rambeau invece avrebbe certamente rifiutato. Era già diventata
un super eroe a mezzo servizio, in pratica. Ma togliendole tutto ciò che le
faceva apprezzare la sua vita normale, non le sarebbe rimasto altro da fare che
tornare a fare la super eroina a tempo pieno e così avrebbe accettato molto più
facilmente la tua offerta.
-Mi
duole ammettere che comprendo in buona parte il tuo modo di agire, ma ad ogni
modo io non mi sarei mai spinta così in là. Comunque, anche se oramai quel che
è fatto è fatto, a una cosa possiamo ancora porre rimedio, no?
-Potrei
senza particolari problemi sistemare le cose per Monica. Ma non voglio correre
il rischio d’incorrere nella sua ira.
-Diremo
che abbiamo le prove che è stata la Beyond Corporation a compiere le azioni che
invece hai fatto tu.
-Beh,
sì, così potrebbe andare. Però chi ci garantisce che Monica desideri che le
cose tornino come prima?
-Per
sapere questo basterà chiederglielo.
Maxine
Danger lo sente. Sospetta che sia stata individuata e si aspetta che tra poco
arriveranno i Nextwave (o si dice la Nextwave? se l’è sempre chiesto). Ma lei
non trema. Adesso possiede l’Heartstar ed è in grado di affrontare chiunque (a
parte forse Hulk e Thor e un paio di altri nomi, magari).
Quindi
è un po’ sorpresa quando, mentre percorre il vicolo che porta al suo più
recente appartamento, vede arrivare la sola Monica Rambeau.
-Pensi
di potermi battere da sola?- la provoca immediatamente.
-Probabilmente
ci riuscirei, ma non ci proverò nemmeno. Non ti affronterò. Né da sola né con
gli altri Nextwave. Però rimarrò qui a godermi lo spettacolo.
-Cosa
vuoi dire?
-Hai
forse dimenticato che non hai solo noi come nemici?
-Non
vorrai forse dire che…
-Già.
-Vi
siete abbassati così tanto?
-Sì,
l’abbiamo fatto. Abbiamo fatto la spia. Ed è stato un grande piacere.
Immediatamente
scendono dal cielo decine di esseri particolari, un nuovo esperimento compiuto
dalla Beyond Corporation. Maxine prova a lottare ma ben presto comprende che
non ha speranze di vittoria. Entro breve tempo diventa prigioniera della Beyond
Corporation.
Poco
dopo l’Uomo Alto ma non Troppo, uno dei dirigenti della sezione terrestre della
Beyond Corporation, consegna l’Heartstar a Monica, Aaron e Tabitha.
UAT:
-Come promesso eccovi la fonte di potere per il vostro amico. Forse non mi
crederete ma noi della Beyond amiamo rispettare la parola data. Perlomeno in
certi casi.
Monica:
-Vorrei tanto ringraziarvi ma mi sa che non ce la faccio a dirlo sinceramente.
UAT:
-Comprendo. Invece io vi ringrazio sinceramente per averci aiutato a catturare
Maxine Danger e anche per averci consegnato l’altro fuggiasco, Dirk Anger.
Monica:
-Mi creda se le dico che l’abbiamo fatto veramente con piacere.
UAT:
-Non vorrei rischiare di urtare la vostra sensibilità, in verità non me ne può
interessare di meno di urtarla ma non sto di certo a dirvelo, ops l’ho appena
fatto, ma avrei una proposta da farvi.
Tabby:
-Questo tizio comincia a sembrarmi abbastanza fuso.
UAT:
-Ci piacerebbe avere voi Nextwave come nostro gruppo
di super eroi personale.
Monica:
-Credo di non avere compreso.
Aaron:
-Io invece forse ho capito ma sarebbe stato meglio di no.
UAT:
-Vi chiedo di lavorare per la Beyond. Come gruppo di super eroi avrete il
compito di sventare i piani della Beyond.
Monica:
-Cioè mi sta dicendo che ci finanzierete per lottare contro di voi?
UAT:
-Sì, è così. Voi sarete soddisfatti perché starete facendo i super eroi e noi
ci divertiremo a vedere se riuscirete o meno a sconfiggerci.
Tabby:
-Ci avevo visto bene, è completamente fuso.
Monica:
-Devo ammettere che in un certo senso sarebbe interessante vedere come
andrebbero le cose.
UAT:
-Vero? Vedo che mi comprende.
Monica:
-Però rifiutiamo ugualmente la vostra offerta. Non vogliamo avere niente a che
fare con voi. Anzi, se ci incontreremo nuovamente farò di tutto per darvi una
sonora lezione. Insomma, vi spaccherò il ****.
UAT:
-Ho capito. In tal caso credo che troverò veramente interessante incontrarci
nuovamente. Chissà se riusciremo a battervi? Sarà divertente scoprirlo.
Aaron:
-Te lo faccio vedere io il divertimento!
Subito
scatta verso il dirigente della Beyond, ma Monica lo blocca immediatamente.
-Calmati,
non è il momento per queste cose.
UAT:
-Credo sia giunto il momento dei saluti. Bye Bye! Si dice così, no?
La
sua aria strafottente irrita leggermente Monica, così la donna gli lancia
contro una scarica. UAT se ne va sulle sue gambe ma un po’ bruciacchiato.
Aaron:
-Ma non avevi detto che non era il momento?
Monica:
-Ci ho ripensato.
Colui
che si faceva chiamare il Capitano cammina ciondolando nel buio, cercando la
strada di casa dopo aver bevuto un po’ troppo. Non riuscendo a tenere il capo
alzato cammina a vista e non nota la persona davanti a lui fino a quando non ci
sbatte contro.
-Toh!
Un altro folletto. Oppure sei un alieno?
-Cominciamo
bene. Non sono nessuno dei due.
-Allora
sei uno della Beyond?
-Guarda
un po’ meglio.
L’uomo
osserva la donna.
-Ah.
Sei una donna.
-Bene,
vedo che ti stai avvicinando. Mi riconosci?
-Perché,
ci siamo già incontrati? Se conoscessi già una bella donna come te, ti
riconoscerei subito di sicuro. Ah no, aspetta, adesso ci sono. Sei Monica.
-Cosa
vorresti dire con “ah no”? Comunque guarda un po’ cosa ho per te.
-Che
**** sarebbe?
-Sei
proprio conciato male se non riconosci nemmeno questa. E’ l’Heartstar. Siamo
riusciti a recuperarla. Puoi tornare a essere un super eroe.
-Ma
sai che non lo so se desidero davvero tornare ad avere super poteri?
-Se
ti piace la vita che stai facendo adesso, rinuncia pure.
-No,
non mi piace, ma la vita da super eroe forse mi piace ancora meno.
Monica
Rambeau lascia comunque l’Heartstar all’ex compagno di squadra e vola via.
-Che
maleducata. Non mi ha nemmeno offerto da bere.
Sono
passati alcuni giorni. Monica Rambeau ha riottenuto il proprio lavoro ed è
tornata insieme alla sua fidanzata, Anna Michaels. Tutto è andato a posto ed è
quindi un po’ sorpreso Gerry Lequarre quando, mentre sta camminando per strada,
vede atterrare davanti a lui Spectrum.
-Vedo
che hai rimesso la maschera.- nota subito l’uomo.
-Già.
Per fortuna adesso ho nuovamente un’identità segreta da mantenere, anche se non
so fino a che punto potrà rivelarsi utile portare una maschera per nascondersi.
Più si va avanti, più è difficile mantenere segreti.
Segue
qualche momento di silenzio.
-Sono
contento per te. Adesso scusami ma vado di fretta.
-Non
preoccuparti, me ne vado subito. Volevo solo dirti che so cosa hai fatto.
Il
sangue di Gerry Lequarre gela, anche se l’uomo cerca di apparire come uno che
non ha capito a cosa si riferisce Monica.
-Ma
visto che sei riuscito a rimediare, lascerò perdere.- prosegue e conclude la
donna.
Spectrum
riprende il volo e Gerry tira un sospiro di sollievo. Monica conosce davvero la
verità oppure ha solamente qualche sospetto e ha voluto metterlo alla prova? E
nel caso sappia veramente, è stata Zoe a dirle tutto oppure è stato qualcun
altro? Ma chi altro poteva sapere cosa ha combinato?
-Bah!
Lasciamo perdere, tanto oramai s’è conclusa tutta questa storia e s’è conclusa
bene.
Cos’ha
cambiato, cos’ha lasciato in definitiva tutta questa storia? Forse solamente un
Machine Man impostore. Il falso Aaron Stack osserva il cielo stellato.
-Beh,
visto che oramai mi trovo qua, tanto vale che mi metta a far qualcosa. Continuare
a fare il super eroe non sarebbe male.
-Ben
detto.
-Monica?
Cosa ci fai qui?
-Te
lo sei dimenticato? Ti avevo detto che avevo dei piani per noi due.
-Pensavo
che avessi cambiato idea quando hai scoperto che non sono il vero Machine Man.
-Come
vedi, non l’ho cambiata.
-Grazie.
Sei una brava carnosa. Comunque ho deciso che cambierò nome. C’è già in giro un
Aaron Stack.
-Contento
tu. Per me è lo stesso.
Non
c’è bisogno di spiegare perché, nel cambiare il proprio nome, il robot scelga
proprio Jack.
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